LA SFIDA DI CITTÀ E COMUNITÀ SICURE E SOSTENIBILI

da Gen 21, 2022News1 commento

Il Goal 11 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ha come obiettivo la realizzazione di città e comunità inclusive, sicure, resilienti e sostenibili.

Quando si parla di città sostenibili si fa riferimento ad un sistema organizzativo dei centri urbani pensato secondo una moderna pianificazione dei trasporti, della territorialità, della produzione di energia auto-rigenerativa capace di ridurre i consumi e l’impatto dell’uomo sull’ambiente.

L’importanza e l’attenzione al tema sono date dai numeri attuali e dalle stime future: ad oggi, circa 4 miliardi di persone vivono in centri urbani e, nonostante le città occupino solo il 3% della superficie, esse impiegano fino all’80% di energia disponibile, emettendo oltre il 75% di anidride carbonica. Secondo le valutazioni della Banca Mondiale, entro il 2050 il numero attuale degli abitanti urbani raddoppierà, rendendo di conseguenza necessario anticipare gli investimenti in un’organizzazione ecologica delle città. Inoltre, se da un lato l’urgenza delle misure è data dagli ovvi danni ambientali e climatici, dall’altro è strettamente legata alla qualità socio-economica della vita degli abitanti: i dati attuali attestano infatti che circa 828 milioni di persone risiedono in baraccopoli, in condizioni di degrado e povertà urbana. Città sostenibile significa dunque anche città inclusiva e sicura, tale da essere da supporto alla composita comunità sociale ivi residente.

L’SDG 11 punta dunque, con i suoi principali 7 target, alla trasformazione dei centri urbani in città sostenibili e garanti dell’accesso per tutta la popolazione ad alloggi, servizi basilari e mezzi di trasporto adeguati, economici e sicuri, proteggendo al contempo da calamità naturali il patrimonio umano, naturalistico e culturale del Mondo.

La situazione a livello globale

Secondo quanto riportato dall’ONU, gli impatti diretti e indiretti della pandemia di COVID-19 hanno e stanno rendendo più difficile il raggiungimento dell’obiettivo sancito. Un sempre maggior numero di persone è costretto a vivere in baraccopoli, con infimi standard qualitativi di vita e sempre maggiori vulnerabilità, tra le quali anche il difficile accesso al trasporto pubblico di varia natura e categoria. Sin dal 2018 infatti, il numero di abitanti di queste aree ha continuato a crescere, soprattutto in Asia orientale e sudorientale, Africa Subsahariana e Asia centrale. Nel 2020 inoltre, a seguito delle misure di contenimento della pandemia, le chiusure parziali o totali nei e tra i Paesi hanno ridotto ed interdetto l’accesso ai trasporti e agli spostamenti urbani, interurbani ed extraurbani, causando consequenziali isolamenti ed esclusioni di intere aree territoriali, sia in termini umani sia in termini di accesso a beni e servizi.

Tra il 1990 e il 2019 l’urbanizzazione è cresciuta a ritmi più rapidi e ferrati rispetto la crescita della popolazione, tuttavia la quota di area urbana assegnata a strade e spazi pubblici aperti è stata in media solo del 16% a livello globale, venendo meno dunque alle raccomandazioni del Programma ONU per gli insediamenti umani (UN-Habitat) che prevedono un 30% destinato alle strade e un ulteriore 10-15% per gli spazi pubblici aperti.

A marzo 2021, 156 Paesi hanno sviluppato politiche urbane nazionali, quasi la metà delle quali è già in fase di attuazione. Di questi Paesi, il 38% si trova nelle prime fasi di sviluppo del piano, mentre il 13% sta monitorando e valutando l’andamento dei propri piani.

La situazione a livello europeo

La situazione monitorata dall’Eurostat in merito al perseguimento del Goal 11 in UE presenta progressi significativi rispetto l’aumento della qualità della vita nelle città e la gestione sostenibile dei rifiuti. Si riconoscono, tuttavia, tendenze negative nei sistemi di trasporto sicuri e sostenibili e un aumento dell’occupazione di suolo urbano.

Sebbene le città europee offrano opportunità di lavoro, attività economiche e culturali, molti abitanti devono ancora affrontare notevoli sfide sociali e disuguaglianze. Circa i tre quarti della popolazione dell’UE vive in aree urbane — città, paesi e periferie —e si stima che entro il 2050 la quota della popolazione urbana europea sia destinata a salire a più dell’80%. Città, paesi e periferie sostenibili, in quanto centri nevralgici per lo sviluppo economico e sociale, sono quindi essenziali per un benessere qualitativo della vita dei cittadini, che tenga conto non solo di una mobilità sostenibile, alloggi a prezzi accessibili e condizioni abitative dignitose, ma anche della riduzione degli impatti ambientali urbani, come la scarsa qualità dell’aria, il rumore o le grandi quantità di rifiuti generate.

L’attenzione e l’impegno dell’Unione in merito al tema è dimostrato dall’elaborazione della Politica Europea per l’Ambiente Urbano, pienamente coerente con i propositi e le politiche d’azione sancite anche dal Green Deal europeo.

La situazione a livello italiano

Secondo ASviS, l’andamento italiano sul Goal 11 è altalenante nel decennio 2010-2020: se da un lato peggiorano trasporto pubblico, abusivismo edilizio e sovraffollamento abitativo, dall’altro si denota un miglioramento della qualità dell’aria e dell’accesso ai servizi. Il raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo di città sostenibili e inclusive anche in Italia è chiave per la piena riuscita del PNRR.  Nel panorama italiano, tra le azioni più urgenti da condurre vi sono la rigenerazione urbana, il disagio abitativo e la riabilitazione più efficiente del trasporto pubblico.

Il Programma straordinario per le periferie (Legge n. 208 del 2015) prevede erogazioni di importi medi di oltre i 30 milioni euro/mese ed è inoltre affiancato da una linea di progetti di rigenerazione urbana gestiti dal Ministero dell’Interno. In aggiunta, il fondo complementare al Pnrr prevede 2 miliardi di euro di investimenti per migliorare l’efficienza energetica, la sicurezza sismica e il patrimonio residenziale pubblico. Il disagio abitativo colpisce in Italia più di un milione di famiglie, ma il ridotto impegno finanziario per la dotazione di edilizia residenziale pubblica inficia sui risultati raggiungibili. Inoltre, il Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (Piniqua), seppur provvedendo a mitigare oneri economici per le fasce più deboli della popolazione nel periodo pandemico, non contiene ancora obiettivi quantitativi sufficientemente definiti. Sul piano dell’efficienza del trasporto pubblico, sono stati attribuiti interventi di miglioramento e rinnovamento a favore di linee metropolitane, ferroviarie e delle flotte di bus con consistenti percentuali di finanziamento rivolte al Sud. Infine, una particolare attenzione è stata rivolta dal Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr al miglioramento della qualità dell’aria, con 105 milioni di euro per gli anni 2022-2024.

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