LA SFIDA DELLA PACE, DELLA GIUSTIZIA E DELLE ISTITUZIONI

da Feb 25, 2022News1 commento

Il Goal 16 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite è dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile; si propone inoltre di fornire l’accesso universale alla giustizia e di costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli come garanzia per la pace.

D’altronde, le Nazioni Unite e, ancor prima l’antenata Società delle Nazioni, nascono con il dichiarato proposito di costruire una società pacifica e, nel 1984, l’Assemblea Generale “fa appello a tutti gli Stati e alle organizzazioni internazionali affinché facciano tutto quanto è in loro potere per sostenere la realizzazione del diritto dei popoli alla pace attraverso l’adozione di misure adeguate sia a livello nazionale, sia a livello internazionale”. La kantiana speranza di una Pace Perpetua dovrebbe dunque guidare gli Stati al ripudio della guerra, al riconoscimento dei diritti di ognuno (in quanto cittadino del proprio Stato, ma anche del mondo) e alla garanzia e protezione di quegli stessi diritti fondamentali da parte di una giustizia equa, universale e di libero accesso.

Il 2030 è alle porte e i dieci principali target elaborati per il Goal 16 mirano, tra le altre iniziative, a ridurre significativamente in ogni dove tutte le forme di violenza, promuovere lo stato di diritto a livello nazionale e internazionale e sviluppare istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti a tutti i livelli. La narrativa onusiana è però tutt’altro che vicina alla complessità del reale.

LA SITUAZIONE A LIVELLO GLOBALE

Secondo il monitoraggio ONU, il Mondo è ancora ben lontano dal raggiungere l’obiettivo prefissato: nel 2019, circa l’1% della popolazione mondiale è stata costretta a lasciare con la forza il proprio Paese, facendo arrivare il numero di sfollati mondiali a quasi 80 milioni di persone. La pandemia 2020 non ha fatto che peggiorare la situazione, mettendo in luce disuguaglianze e discriminazioni, indebolendo e in alcuni casi distruggendo i sistemi di legalità in molti Paesi. Tra il 2018 e il 2020, 12 sono stati i conflitti più efferati nel mondo causando quasi 70.000 morti tra i civili, di cui uno su sette donna o bambino. La violenza sui bambini, già diffusa prima della pandemia, ha raggiunto livelli ancor più preoccupanti: dal 2012 al 2020, 8 bambini su 10, di età compresa tra 1 e 14 anni, sono stati sottoposti ad una qualche forma di aggressione psicologica o punizione fisica. Il traffico di esseri umani desta ulteriori preoccupazioni, registrando un 50% di vittime di tratta per sfruttamento sessuale e un 38% per lavoro forzato. La percentuale di detenuti nel mondo senza equo processo ha raggiunto quota 31%, mentre la corruzione, pur investendo la maggior parte dei Paesi del mondo, registra una prevalenza nei Paesi a basso reddito, 37,6%, rispetto al 7,2% nei Paesi ad alto reddito. Nel 2020, le Nazioni Unite hanno registrato un aumento del 18% rispetto le uccisioni di difensori dei diritti umani e 19 sparizioni forzate in 14 Paesi. Le donne rappresentano il 13% delle vittime uccise e il 22% di quelle scomparse. Un totale di 62 giornalisti sono stati uccisi nel 2020 rispetto ai 57 del 2019, con il 65% ucciso in zone non in conflitto. Nello stesso anno, il numero di istituzioni nazionali indipendenti a difesa dei diritti umani è aumentato nell’Africa subsahariana e in Europa, tuttavia, i progressi si sono bloccati in America Latina e nei Caraibi, in Oceania, in Asia occidentale e in Asia orientale e sudorientale.

LA SITUAZIONE A LIVELLO EUROPEO

Secondo il report Eurostat, l’Unione ha compiuto grandi progressi nello sviluppo di una comunità pacifica e inclusiva e di una governance efficace. Il monitoraggio si basa su tre principali indicatori: pace e sicurezza personale, accesso alla giustizia e fiducia nelle istituzioni. L’indice composito europeo per il Goal 16 descrive un andamento altalenante tra il 2010 e il 2015, per poi mostrare un trend costantemente positivo tra il 2016 e il 2019. Diminuisce, rispetto al 2010, sia il tasso di omicidi sia la quota di popolazione che segnala presenza di criminalità e violenza nella zona in cui vive.  Si riduce il sovraffollamento delle carceri (da 105,3% nel 2010 a 98,1% nel 2019), ma sussistono criticità circa la durata media dei procedimenti civili. Indipendentemente dal modello del sistema giudiziario nazionale o dalla tradizione giuridica cui esso è ancorato, qualità, indipendenza ed efficienza sono tra i parametri essenziali di un “sistema giudiziario efficace”. Per monitorare questo aspetto, viene utilizzata l’indipendenza percepita del sistema giudiziario e i dati per l’UE mostrano una tendenza generalmente favorevole. Per quanto riguarda la fiducia nelle istituzioni, il Corruption Perceptions Index (CPI) di Transparency International, rileva che i Paesi dell’UE si classificano tra i meno corrotti a livello globale nel 2020; all’interno dell’UE, i paesi dell’Europa settentrionale hanno ottenuto i punteggi migliori, mentre, all’altra estremità della classifica, Bulgaria, Ungheria e Romania hanno mostrato i livelli più alti di corruzione percepita, classificandosi al 69° posto nell’elenco globale. In quasi tutti i paesi UE, la metà degli intervistati considera la corruzione un problema nazionale diffuso. Tuttavia, poiché gli indicatori si basano sulle percezioni delle persone, non è possibile dedurre una relazione causale tra l’efficacia del sistema giudiziario e il verificarsi della corruzione. Sistemi giudiziari efficaci sono tuttavia considerati un prerequisito per combattere la corruzione.

LA SITUAZIONE A LIVELLO ITALIANO

Secondo le analisi ASviS, la situazione italiana è migliorata tra il 2016 e il 2020. Anzitutto, assume particolare rilevanza l’impegno circa le riforme relative a Pubblica amministrazione e Giustizia, mirate all’attuazione di interventi volti a garantire semplificazioni normative e amministrative, una ragionevole durata del processo, in linea con la durata degli altri Paesi Ue, nonché la revisione di norme che combattano la corruzione. Positivi sono i dati relativi alla criminalità, seppur condizionati dalla pandemia, in quanto durante il lockdown si è registrato un netto calo degli omicidi e della criminalità predatoria; in controtendenza, l’incremento delle truffe e frodi informatiche che nell’ultimo anno peggiorano del 14,4%. Si registra, inoltre, un significativo miglioramento dell’indicatore sul sovraffollamento degli istituti di pena, che raggiunge nel 2020 il valore migliore della serie storica, pari al 105,5%, avvicinandosi così alla soglia obiettivo del 100% grazie alle misure messe in atto per limitare il contagio del virus all’interno delle carceri. Infine, è da segnalare che la fiducia nelle istituzioni raggiunge, sempre nel 2020, il suo valore massimo. ASviS avanza inoltre una serie di proposte volte a velocizzare il percorso verso il raggiungimento del Goal 16 tra cui procedere con l’attuazione della riforma del Codice Antimafia, costruire meccanismi efficaci di partecipazione della società civile, con particolare attenzione ai giovani, e istituire entro la prima metà del 2022 una piattaforma di consultazione permanente della società civile.

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