In Viaggio con le 5 P- Prima tappa Europa

da Mar 16, 2022News1 commento

DAL MITO ALL’UNIONE

La prima tappa del viaggio lungo le traiettorie segnate dagli SDG e da come essi vorrebbero cambiare il Mondo è “in casa”. La mappa dell’Europa, come continente, è facile da visualizzare: bagnata a Nord, ad Ovest e a Sud dalle acque oceaniche e marine, sfuma ad Est verso l’Asia. Nella mitologia greca, Europa era una principessa fenicia (area del mediterraneo medio-orientale) che conquistò Zeus per la sua bellezza; il Dio greco la rapì con l’inganno, attraversò il mare e la portò sull’isola di Creta.  Secondo alcune interpretazioni del mito, la storia di Europa rappresenta la migrazione da Oriente a Occidente (curiosa prospettiva!) ed il suo nome venne poi dato ai territori occidentali riflettendo in generale questo spostamento.

Quando oggi si pensa all’Europa, il riferimento forse più comune è quello di una bandiera blu con un cerchio composto da 12 stelle dorate, le quali rappresentano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d’Europa. L’Unione Europea, a livello regionale, racchiude (più o meno) i confini geografici di una mappa che da ormai 30 anni ha assunto anche un profilo istituzionale e politico. Grazie a questa fisionomia istituzionalizzata, l’UE si propone ad oggi come il più impegnato attore della cooperazione multilivello e polisettoriale. Stando al rapporto annuale 2020 dell’Unione Europea in tema di cooperazione, essa ha continuato a essere «la forza trainante del multilateralismo e dell’ordine internazionale basato su regole globali». Riconoscendo inoltre che le sfide globali continuano ad essere impellenti ed urgenti in un Mondo globalizzato e connesso, ne segue che «una sfida per uno è una sfida per tutti noi». Le soluzioni a queste sfide sono riconosciute dalla stessa Unione nei suoi stessi valori, i quali modellano le politiche sia internamente sia esternamente per «combattere le disuguaglianze e costruire società giuste e sostenibili».

Secondo quanto dichiarato nel Trattato sul Funzionamento dell’UE (TFUE), la cooperazione allo sviluppo è una delle materie chiave dell’Azione Esterna. La complementarietà dell’azione dell’Unione e quella degli Stati Membri è disegnata per tenere conto della trasversalità della materia e della multilateralità come modus operandi per concertarsi anche con le altre Organizzazioni Internazionali. L’obiettivo principale della politica dell’Unione nel settore della cooperazione allo sviluppo è l’eliminazione della povertà, con un focus specifico proprio sulle 5 P e dunque in piena armonia con gli ormai ben noti SDG dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

L’UNIONE E LA SUA COOPERAZIONE

In un’ottica di Teoria del Cambiamento, intesa sempre come guida interpretativa, la cooperazione europea ha effettivamente innovato e diretto azioni di assistenza e supporto sia in ambito di sviluppo (nazionale, regionale ed internazionale) sia in termini di aiuti umanitari. Vantando il primato di maggior donor internazionale, gli investimenti e i fondi europei hanno trovato impiego in ogni parte del Mondo.

Secondo il report della coalizione SDG Watch Europe, l’UE, orgogliosa dei suoi valori fondamentali di libertà, democrazia, uguaglianza e Stato di diritto, dichiara con successo trend positivi sulla maggior parte dei 17 obiettivi. Tuttavia, se l’ambizione ultima è quella di diventare l’“avanguardia” internazionale in tema di sostenibilità e sviluppo, l’obiettivo sembra essere ancora abbastanza lontano. Secondo il report, se tutti nel Mondo vivessero come l’europeo medio, sarebbero necessari più di due pianeti per soddisfare le esigenze di ognuno; in più, il sistema economico, così come strutturato, non è sostenibile, avendo aggravato le disuguaglianze e l’esclusione sociale, tanto a livello globale quanto all’interno della maggior parte degli Stati Membri.

Con l’adozione degli SDG, si scopre una semplice evidenza: l’Agenda 2030 non riguarda solo i Paesi più poveri e svantaggiati, secondo la classica narrazione assistenzialista, ma tutti i Paesi, nella consapevolezza comune che a problemi globali vanno date risposte globali e che le diseguaglianze sociali e le conseguenze del cambiamento climatico sono trasversali a tutte le società e a tutte aree del mondo.

Una Politica Coerente per gli obiettivi di sviluppo vorrebbe dunque una complementarietà di azioni multilivello e multisettoriale, da intraprendere in concerto dentro e fuori i territori europei. Ma, la coerenza politica per lo sviluppo sostenibile richiederebbe anche di tenere pienamente conto delle esternalità, delle ricadute dei modelli che vengono proposti e di monitorarne gli effetti per limitarne le contraddizioni. Senza cadere in retoriche (talvolta) altisonanti, bisognerebbe anche riconoscere che attraverso l’attività di cooperazione internazionale allo sviluppo si sono, inevitabilmente, veicolati modelli economici, sociali e culturali diversi ed a volte in conflitto tra di loro, in base al momento storico, alle forze economiche e politiche prevalenti e alla stessa idea di “sviluppo” incoraggiata. La promozione dell’European Way of Life proietta sì le aspirazioni europee oltre confine, attraverso uno slancio, se si vuole “universalista” di quei suoi valori caratterizzanti, ma può considerarsi, latu sensu, “coerente”? Il timore di alcuni è che le risorse possano servire ad alimentare politiche incentrate sulle cosiddette condizionalità negative verso i Paesi esterni: politiche basate sull’esternalizzazione delle frontiere, da perseguire con tutti mezzi, paradossalmente, potrebbero mettere a rischio i diritti umani, oppure esercitare una forma di pressione e condizionamento per l’erogazione di risorse per la cooperazione allo sviluppo.

Parlare di Persone, di Pace, di Prosperità, di Pianeta e di Partnership per promuovere un cambiamento a livello globale e unanime è una conquista forse epocale per la comunità internazionale. Ma, come si dice, tra il dire e il fare…ci sono di mezzo più mari, terre, confini (non per forza territoriali), persone e le risposte alle sfide globali non sono probabilmente così immediate. Per generare cambiamento, bisognerebbe essere aperti al cambiamento, consapevoli che, in effetti, non vi è necessariamente una sola via per raggiungerlo. E d’altronde è il motivo per cui abbiamo intrapreso questo viaggio.

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