Quando parliamo di inquinamento spesso ci fermiamo al fenomeno generico, principalmente dove individuiamo il fenomeno e dove percepiamo direttamente gli effetti nocivi. Si parla sempre di inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, esistono però altri tipi di inquinamento più specifici, che sono invisibili ma che incombono sugli esseri umani molto più di quanto si possa immaginare. Se pensiamo all’esposizione prolungata al rumore si sottovalutano gli effetti dannosi che si possono avere sulla salute dell’uomo, sul mondo animale e sull’intero equilibrio terrestre.
Il Rapporto sulle frontiere dell’UNEP (United Nations Environment Programme) approfondisce gli studi sul paesaggio sonoro analizzando il fenomeno dell’inquinamento acustico nelle città. Con la crescita dei centri urbani l’inquinamento acustico è stato identificato come uno dei principali rischi ambientali. L’urbanizzazione ha portato alla costruzione di infrastrutture stradali e a una maggiore mobilità, minacciando il benessere dell’uomo e delle specie che abitano la terra. In Europa, almeno il 20% dei cittadini è esposto ad alti livelli di rumore del traffico stradale.
COS’È IL PAESAGGIO SONORO?
L’Organizzazione internazionale per la standardizzazione (ISO) definisce il paesaggio sonoro[1] come l’ambiente acustico naturale, l’insieme dei suoni percepiti e sperimentati dalle persone in un luogo e in un dato momento. In generale, le ricerche sul paesaggio sonoro si sono concentrate principalmente sull’ambiente urbano (parchi, spazi aperti e strade). L’essere umano in ogni suo ambiente è circondato dal suono, a partire dai suoni naturali, che appartengono alla natura, ai rumori antropogenici degli ambienti urbani.
L’esperienza sonora dell’ambiente può portare a risultati positivi o negativi, che a seconda dei casi può influenzare l’umore o causare danni permanenti alla salute degli esseri viventi. Un paesaggio sonoro positivo rende un ambiente sano, ad esempio, l’ambiente naturale e la musica migliorano la salute pubblica, possono aiutare a ripristinare l’attenzione e ridurre l’affaticamento mentale. D’altra parte, l’esposizione a lungo termine a rumori superiori ai 55 decibel (dB) genera il cosiddetto fenomeno dell’inquinamento acustico, che può provocare conseguenze significative sulla salute umana. Nel 2018, secondo un’analisi nazionale del rumore da parte delle ARPA – APPA è stato rilevato un aumento dell’inquinamento acustico di +11,4% rispetto al 2017.
Le fonti di inquinamento acustico che principalmente coinvolgono i cittadini sono associate al traffico causato dai mezzi di trasporto (stradale, ferroviario e aereo), alle turbine eoliche e alle attività domestiche, commerciali, industriali e militari. Anche partecipare ai concerti e ascoltare musica sempre ad un volume troppo alto può essere dannoso per la nostra salute. La normativa europea di riferimento è rappresentata dalla direttiva 2002/49/CE, volta alla determinazione ed alla gestione del rumore ambientale, introdotta nell’ordinamento italiano con il D.Lgs. n. 194/2005 che fa riferimento alla Legge quadro n. 447/1995.
LA PERCEZIONE DEL SUONO SUI GRUPPI VULNERABILI E GLI EFFETTI NEGATIVI CAUSATI DAL RUMORE
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS, 2018) ha lanciato l’allarme sugli effetti negativi dell’inquinamento acustico, evidenzia infatti, che l’esposizione continua a forti rumori può provocare seri problemi di salute pubblica, che porterebbe a perdita dell’udito, fastidio, disturbi del sonno e persino un impatto particolarmente nocivo sul sistema cardiovascolare, registrando una stretta correlazione con le cardiopatie ischemiche. Questi fattori negativi aumentano la mortalità.
Gli effetti del rumore possono essere differenti tra i diversi gruppi di popolazione a seconda di come vengono percepiti individualmente. La diversa percezione può essere analizzata a seconda del genere, ad esempio, nel modo in cui uomini e donne affrontano i fattori di stress in generale. È stato osservato che alcuni gruppi sociali sono più vulnerabili di altri agli effetti negativi dei rumori. Gli anziani e i bambini che già presentano disturbi dell’udito e della comunicazione sono maggiormente esposti. D’altra parte, anche le popolazioni più povere spesso costrette a vivere vicino a fattori di stress ambientale come discariche, zone industriali e strade altamente trafficate. Sviluppare un piano di aiuti per i paesi poveri è sicuramente una delle strategie che può contribuire a ridurre l’inquinamento acustico in queste zone.
Un sano paesaggio sonoro è un obiettivo importante per la realizzazione di città sicure, resilienti, inclusive e sostenibili. Al fine di ridurre l’inquinamento acustico urbano si prevedono interventi nella gestione del flusso del traffico stradale, ferroviario e aereo. Altre soluzioni vanno dal trasporto elettrificato alla concessione di maggiori spazi verdi (es. parchi pubblici, piantagioni di alberi) e maggiori controlli e rispetto a livello regionale dei valori limite delle sorgenti sonore.
Giulia Manca
[1] ISO (2014). ISO, Paesaggio sonoro – Parte 1: Definizione e quadro concettuale.